Acqua pulita per tutti

Acqua pulita per tutti

Con un progetto ben elaborato, siamo riusciti a portare acqua pulita a Fra Kipoy e ai bambini, ai giovani e alle famiglie di Kikwit, in modo che potessero crescere sani.

Grazie ad AGAPE, in collaborazione con l’associazione MONINGA, la scuola elementare e la scuola media dei Fratelli di San Giuseppe o Fratelli Giuseppiti di Kinzambi nella città di Kikwit, in Repubblica Democratica del Congo, hanno ricevuto un finanziamento per la realizzazione un pozzo che oggi fornisce acqua pulita a tutta la comunità. Il progetto è stato realizzato completamente nei mesi scorsi ed è già funzionante: 1200 bambini, le loro famiglie e i 1000 ragazzi di queste due scuole usufruiscono quotidianamente del pozzo, ricevendo gratuitamente acqua pulita.

 

Al resto della comunità attorno alle scuole, cerchiamo di vendere l’acqua ad un prezzo sociale, così da ricavare il necessario per mantenere le cisterne e la pompa di acqua in buone condizioni. Prima che venisse realizzato il pozzo, l’acqua che veniva utilizzata per bere e lavarsi era quella dei corsi d’acqua locali, spesso contaminati da rifiuti, batteri e agenti chimici o dall’acqua piovana stagnante, che, per questa ragione, non poteva rispettare i requisiti minimi di igiene e salubrità, e costituiva una delle fonti principali di diffusione di malattie infettive e di gravi patologie renali e gastrointestinali.

 

Una conseguenza molto comune dell’uso quotidiano di acqua contaminata è la dissenteria in forme particolarmente severe, che può anche essere letale per un bambino appena nato, a causa del sistema immunitario già fortemente compromesso dalla malnutrizione.

 

La presenza di acqua pulita in questo luogo ha cambiato molto la vita dei bambini della zona: invece di dover fare ogni giorno 5 chilometri sotto il sole cocente, con carichi disumani sulla testa, per prendere solo 5 litri di acqua pulita, adesso la possono trovare vicino casa costantemente. Grazie all’utilizzo dell’acqua pulita del pozzo, scenderà di molto il tasso di mortalità infantile, quello dei bambini di strada e anche la scuola non dovrà più comprare l’acqua per averne di non contaminata. Durante i mesi di luglio, agosto e settembre la comunità potrà utilizzare l’acqua del pozzo per irrigare i campi e coltivarli ugualmente, anche se si tratta del periodo più secco dell’anno. Grazie di cuore per la vostra generosità. Speriamo di poter, in futuro, costruire un nuovo pozzo per raggiungere ancora altri bambini.

Fra Kipoy

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Un anno di Costruire Con La Musica

Un anno di Costruire Con La Musica

Il progetto Costruire Con La Musica, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha concluso il 17 maggio il suo primo anno di attività con un bilancio che possiamo dire positivo. I primi sei mesi sono serviti per creare, insieme a tutti i partner (Ministero della Cultura e del Turismo del Mozambico, AGAPE, Comune di Milano, Milano Musica e Diapason Progetti Musicali), tutti i flussi di lavoro per i prossimi tre anni, e ora le attività stanno procedendo. Non sono mancati gli imprevisti, come il ciclone che a febbraio e marzo ha colpito le province di Inhambane e Zambézia, proprio due delle tre, insieme a Nampula, che saranno al centro del lavoro del progetto.

 

COSA È STATO FATTO QUEST’ANNO

 

  1. VISITE ALLE PROVINCE: la responsabile del progetto e il funzionario amministrativo, insieme ai rappresentanti di MICULTUR, hanno avuto l’opportunità di visitare più volte le province di Inhambane, Zambézia e Nampula negli ultimi mesi per organizzare le attività del Cluster 3 (OCCUPAZIONE E IMPRENDITORIALITÀ). Hanno avuto la possibilità di incontrare i Direttori Provinciali della Cultura e del Turismo e i Direttori delle Case Provinciali della Cultura, con i quali hanno stabilito una forte intesa e un grande piano di lavoro. Inoltre, i referenti del Comune di Milano hanno visitato le province nel luglio 2022 (Inhambane) e nel febbraio 2023 (Zambézia) e hanno potuto vedere le Case della Cultura e parlare con tutti i loro rappresentanti;
  2. CONSEGNA DEI MATERIALI DEL PROGETTO: nei mesi di aprile e maggio di quest’anno, la Ministra della Cultura e del Turismo, Eldevina Materula, ha consegnato alle Case Provinciali della Cultura alcune delle attrezzature previste dal progetto. Si tratta di stampanti, macchine fotografiche, videocamere, telefoni e proiettori, materiali importanti per la realizzazione di attività di formazione, comunicazione e supporto agli artisti e al settore culturale nei prossimi anni;
  3. REVISIONE DEL FUNDAC: ad aprile è stato organizzato un ritiro che ha coinvolto diversi attori del FONDO DI SVILUPPO ARTISTICO E CULTURALE e di altre istituzioni culturali pubbliche con l’obiettivo di analizzare il funzionamento attuale del FUNDAC e definire i termini di riferimento per la ristrutturazione, il rafforzamento e la diversificazione degli strumenti finanziari e degli incentivi a disposizione del settore. Durante i giorni del ritiro, è stato inoltre possibile ascoltare una serie di interventi sui sistemi di finanziamento pubblico della cultura in Italia e in Brasile, che hanno fornito un’importante riflessione per rivedere la meccanica in Mozambico;
  4. PIATTAFORMA INTEGRATA MULTIFUNZIONE INICC: Il progetto prevedeva inizialmente la creazione di una piattaforma integrata da assegnare all’Istituto Nazionale per le Industrie Culturali e Creative; dopo un’analisi della piattaforma sviluppata direttamente dall’INICC, si è deciso di intervenire su questa stessa piattaforma, integrandola con le funzioni previste dal progetto Costruire Con La Musica. Sono in corso di definizione i termini di riferimento per l’assunzione di consulenti che, attraverso un processo partecipativo, possano migliorare il funzionamento dell’attuale piattaforma dell’INICC in modo da renderla più rispondente alle esigenze degli utenti finali;
  5. CURRICULUM DEI CORSI DI LIVELLO MEDIO: dall’inizio dell’anno, gli esperti italiani e l’équipe della Scuola Nazionale di Musica stanno lavorando per trovare la strategia migliore per sviluppare curricula efficaci (Musicoterapia, Costruzione e manutenzione degli strumenti musicali tradizionali mozambicani, Manutenzione degli strumenti classici e Ingegneria del suono) adatti al contesto mozambicano.

 

PROSSIMI PASSI

 

  1. RAFFORZAMENTO ISTITUZIONALE: a luglio, dal 19 al 29, inizierà il primo ciclo di formazione per i funzionari del Ministero della Cultura e del Turismo e delle sue istituzioni dipendenti e per i rappresentanti delle province coinvolte nel progetto. I corsi di formazione, che coinvolgeranno docenti mozambicani e italiani in uno scambio continuo, riguarderanno la gestione delle industrie culturali e creative, la valorizzazione, la gestione e l’utilizzo del patrimonio pubblico, la comunicazione e il fundraising;
  2. FORMAZIONE PROFESSIONALE: nei prossimi mesi, Luka Mukhavele, Pedro Sitoe e il corpo docente della Scuola Nazionale di Musica saranno impegnati nello sviluppo del programma di studi per il corso di scuola secondaria sulla costruzione e manutenzione degli strumenti musicali tradizionali mozambicani. In questo contesto, dal 3 al 14 luglio, i professori Sitoe e Mukhavele hanno condotto un corso di formazione iniziale su questo tema, con l’obiettivo di formare i potenziali futuri insegnanti del corso. Alla formazione parteciperanno costruttori professionisti provenienti dalla città di Maputo, dalla provincia di Maputo, da Inhambane, Zambézia e Nampula;
  3. OCCUPAZIONE E IMPRENDITORIALITÀ: a luglio inizieranno i lavori di ristrutturazione e allestimento degli spazi delle Case della Cultura provinciali che ospiteranno gli incubatori di imprese culturali e creative e gli studi di registrazione.

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Una nuova famiglia per la piccola Dani

Una nuova famiglia per Dani

La disabilità è ancora un tabù molto forte in R.D. del Congo, ma grazie alla rete di AGAPE, Dani crescerà circondata da amore.

Dani Néhema Haniel è nata solo pochi giorni fa ma è stata abbandonata dai genitori perché durante il periodo di gestazione non le si sono formate del tutto le braccia. È stata lasciata a sè stessa perché, in R.D. del Congo, il pregiudizio nei confronti dei bambini disabili è ancora elevatissimo: si pensa che siano bambini stregoni, per cui, invece di dargli tutte le cure e l’amore di cui avrebbero bisogno, vengono lasciati a morire.

 

La Dottoressa Nanou, responsabile dell’ospedale Horizon Sud, in R.D. del Congo l’ha salvata: ha visitato accuratamente la bambina che, per fortuna, sta bene, e presenta tutti i riflessi che dovrebbe avere per la sua età, ha solo una disabilità fisica. Quando è stata accolta, la piccola Dani ancora non aveva ancora un nome, che le è stato dato proprio dalla Dottoressa, perché è una bambina come tutte le altre e anche lei meritava di essere riconosciuta da qualcuno.

 

All’interno dell’ospedale Horizon Sud, AGAPE porta avanti il progetto dell’ozonoterapia, per cui la Dottoressa Nanou conosce bene la nostra organizzazione e la sensibilità e l’impegno che mettiamo nella cura dei bambini affetti da disabilità. Per questo, appena ha trovato la bambina, la Dottoressa ha chiamato Josuè Mupemba, presidente di AGAPE R.D. Congo, il quale si è attivato immediatamente raccontando la sua storia a Paolo, il presidente di AGAPE. Insieme, hanno cercato la soluzione migliore per la bambina ed è stato contattato il Centro Medico Polivalente e Orfanotrofio San Marcello, fondato dalla Dottoressa Carla Mauro.

 

La piccola Dani ora è stata affidata a loro, si prenderanno cura di lei, sia dal punto di vista medico che affettivo, e potrà crescere in un ambiente protetto, in cui non sarà vista solo come la sua disabilità, ma come una bambina con una vita davanti e con un potenziale da coltivare ed esprimere.

 

Questo miracolo, trovare una casa per Dani in pochissimo tempo e garantirle cure e attenzioni, è stato possibile grazie alla rete che, giorno dopo giorno, AGAPE sta creando a Kinshasa, fatta di tanti partner che gestiscono piccole case d’accoglienza. La dimensione ridotta ci permette di seguire i bambini uno ad uno, stargli vicino nella crescita e negli eventuali problemi, ed essere sicuri che vivano in un ambiente che li ama e che li aiuta a far esprimere le proprie potenzialità, soprattutto quanto sono portatori di una qualche disabilità.

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